Memoria e impegno: Giuseppe Fava

giuseppe fava

5 gennaio 1984: venne ucciso a Catania il giornalista e scrittore Giuseppe Fava. Fava era autore d’inchieste, romanzi e opere teatrali. Aveva fondato il mensile “I Siciliani” e aveva diretto il quotidiano “Giornale del Sud”.

È stato il primo a denunziare la presenza della mafia a Catania e i collegamenti tra questa e imprenditori e politici. Era nato il 15 settembre del 1925 a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. I suoi genitori erano maestri di scuola elementare. Lui scelse di studiare Giurisprudenza a Catania, dove si era trasferito nel 1943. Poi diventò giornalista professionista, collaborando con diverse testate, locali e nazionali.

È nel 1956 che venne assunto da “L’Espresso sera” e nominato caporedattore.

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I sensi.Uomini di un certo tipo

libri

[…] Intanto sento il venditore ambulante di detersivi passare sotto il balcone con la sua motoape: si alternano con lo sfincionaro, il venditore di sfincione, una leccornia tipica siciliana simile alla pizza. Mi divertono i suoni della mia città: Palermo. O meglio: della piccola strada in cui abito: via Rosina. Sono tutte palazzine basse, la più alta credo abbia quattro piani. Certe volte assisto involontariamente a scene uniche, che solo una città come Palermo, in un piccolo quartiere, può offrire. Le palazzine di tre piani, a pochi metri le une dalle altre, si affacciano su una piccola strada che, in teoria, dovrebbe essere a senso unico. Bene, questa strada è il parco giochi dei bambini del quartiere o il “salotto” delle mamme, che chiacchierano dai balconi. Spesso, dopo la scuola, i bambini escono fuori per strada a giocare a pallone. Improvvisano un campetto di calcio sotto il mio balcone. Inizia così il dialogo – dal balcone alla strada – tra le madri e i ragazzini. L’intento è quello di fargli ripetere le tabelline. Resto in silenzio ad ascoltarli. Altre volte, invece, mi sveglio con le grida della madre di Mimmo perché per l’ennesima volta le hanno bucato le gomme del motorino.

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#libri: Ciao, IBTISAM! Il caso Ilaria Alpi di Serena Marotta

Ciao IBTISAM allo Spasimo

«Ibtisam» è la traslitterazione della parola araba che significa sorriso. La scelta del titolo nasce dal desiderio di fare un omaggio a Ilaria Alpi, inviata del Tg3, che amava il mondo arabo. Ilaria che tutti ricordano proprio per quel sorriso che non l’abbandonava mai. Ilaria Alpi era una persona determinata, una «signora giornalista», una persona semplice e generosa. Ha tanto voluto quel viaggio, il settimo, l’ultimo. Con lei il 20 marzo 1994, a Mogadiscio, c’era l’operatore Miran Hrovatin di Videoest di Trieste. Quello è stato il loro ultimo viaggio. Sono passati ventiquattro anni da quell’esecuzione avvenuta per le strade di Mogadiscio. Ventiquattro anni senza conoscere la verità, tra depistaggi, false dichiarazioni, ritrattazioni. Ci sono stati tre processi e una Commissione d’inchiesta parlamentare per tentare di dare un volto e un nome a chi ha voluto questo duplice omicidio. Due tesi opposte si sono fronteggiate in questi anni: quella della sparatoria conseguente a un maldestro tentativo di rapina, nel quale emerge la figura del capro espiatorio Hashi (il somalo arrestato e poi liberato dopo anni di carcere) contro quella, ben più consistente, di un attentato premeditato per bloccare le inchieste che Ilaria stava conducendo in terra somala su un coacervo di traffici illeciti di armi e rifiuti, scomode anche per l’Italia. “Ciao, Ibtisam” mette insieme i tasselli di un mosaico. Una storia che ha visto susseguirsi e precedere una serie di morti sospette. Il libro si apre con il racconto di quei momenti: l’agguato a Ilaria e Miran. Dal secondo capitolo, invece, incomincia a tracciare il percorso seguito dagli inquirenti che si sono occupati delle indagini sino ad arrivare al processo di primo grado del 1999 contro il somalo Hashi Omar Hassan. Per passare poi a delineare i fatti di cronaca del periodo in cui viene commesso il duplice omicidio. Quindi si parla dei due processi, quello della Corte d’Appello del 20 ottobre 2000 e d’Appello-bis del 10 maggio 2002, che vedono imputato ancora lui: Hashi, detto “Faudo”. La penultima parte è dedicata invece al lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Alpi-Hrovatin. Infine, l’ultimo capitolo ricostruisce le tappe di Ilaria e Miran nei dieci giorni trascorsi in Somalia: Mogadiscio, Balad, Merca, Johar, Bosaso, Gardo, Bosaso, Mogadiscio. Al libro è allegata la lettera che Giorgio Alpi, padre di Ilaria, ha scritto nel 2008 per ringraziare Serena Marotta per il «grande contributo a non dimenticare» svolto con il lavoro di questo libro, allora pubblicato come tesi di laurea.

Serena Marotta

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In libreria

Libreria Mondadori (via Villareale 25, Palermo)
Libreria Zacco (corso Vittorio Emanuele, Palermo)
Libreria Multiservices (corso Tukory, 282, Palermo)
Libreria Fahrenheit 451 (via Carlo Cattaneo, 33, Nettuno (RM)
info: semarotta@yahoo.it

Spasimo, Palermo: la presentazione di “Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi”

sere spasimo

Giornale di Sicilia, edizione Palermo, 11 ottobre 2018

Qui la rassegna stampa 

bb spasimo

 

 

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Rassegna stampa, il libro inchiesta “Ciao, IBTISAM! Il caso Ilaria Alpi” di Serena Marotta allo Spasimo

copertina due

Il libro “Ciao, IBTISAM! Il caso Ilaria Alpi della giornalista palermitana Serena Marotta ricostruisce 24 anni di depistaggi e rappresenta un contributo a non dimenticare. Un libro di inchiesta sull’inviata del Tg3 uccisa a Mogadiscio insieme all’operatore Miran Hrovatin il 20 marzo 1994. La prefazione del libro è stata realizzata da Mariangela Gritta Grainer (già Presidente dell’Associazione Ilaria Alpi) e la postfazione da Fabio Gagliano (medico e scrittore). Il libro sarà presentato allo Spasimo, a Palermo, giovedì 11 ottobre alle 18.Interverranno: la giornalista Rosa Guttilla, lo scrittore ed editore Fabio Gagliano, l’editore e presidente dell’associazione libera network Liborio Martorana.

 

A giugno il gip Andrea Fanelli ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Roma sul caso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Si continua ad indagare.

 

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“Ciao, Ibtisam”. Il caso Ilaria Alpi – di Serena Marotta

copertina due

 

ARTICOLO 21

 

Il caso Ilaria Alpi «Ibtisam» è la traslitterazione della parola araba che significa sorriso. La scelta del titolo nasce dal desiderio di fare un omaggio a Ilaria Alpi, inviata del Tg3, che amava il mondo arabo. Ilaria che tutti ricordano proprio per quel sorriso che non l’abbandonava mai. Ilaria Alpi era una persona determinata, una «signora giornalista», una persona semplice e generosa. Ha tanto voluto quel viaggio, il settimo, l’ultimo. Con lei il 20 marzo 1994, a Mogadiscio, c’era l’operatore Miran Hrovatin di Videoest di Trieste.

Quello è stato il loro ultimo viaggio. Sono passati ventiquattro anni da quell’esecuzione avvenuta per le strade di Mogadiscio. Ventiquattro anni senza conoscere la verità, tra depistaggi, false dichiarazioni, ritrattazioni. Ci sono stati tre processi e una Commissione d’inchiesta parlamentare per tentare di dare un volto e un nome a chi ha voluto questo duplice omicidio. Due tesi opposte si sono fronteggiate in questi anni: quella della sparatoria conseguente a un maldestro tentativo di rapina, nel quale emerge la figura del capro espiatorio Hashi (il somalo arrestato e poi liberato dopo anni di carcere) contro quella, ben più consistente, di un attentato premeditato per bloccare le inchieste che Ilaria stava conducendo in terra somala su un coacervo di traffici illeciti di armi e rifiuti, scomode anche per l’Italia. “Ciao, Ibtisam” mette insieme i tasselli di un mosaico.

 

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Ilaria Alpi: in ricordo di mamma Luciana, sempre in lotta per la verità

Luciana alpi tg3 Rai

Una tesi, una lettera e poi un libro. Dalla mia tesi sono passati dieci anni. Era maggio del 2008, quando nella cassetta della posta ho trovato la vostra lettera. L’emozione era quanto la vostra stima e gratitudine per il mio lavoro su vostra figliaIlaria Alpi, l’inviata del Tg3 uccisa a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo 1994, insieme all’operatore Miran Hrovatin.

Una lettera che conteneva il vostro abbraccio e la speranza di incontrarci un giorno a Roma. Quel giorno, purtroppo, cara Luciana e Giorgio non è mai arrivato. Il tempo ha remato contro. E io non sono partita da Palermo per Roma. Il desiderio di incontrarvi è rimasto uguale, come l’affetto reciproco.

Lunghe conversazioni telefoniche con Luciana Alpi, dopo l’invio del mio libro sul caso di sua figlia Ilaria. Era come se la conoscessi da sempre. La vita è beffarda: ti fa entrare in quella degli altri, ti nutre di affetti e poi te li toglie. Così un giorno, all’improvviso. Durante le nostre conversazioni, non ho mai osato chiederle nulla. Tutto tra noi era spontaneo. Non ho mai voluto essere invadente, ma forse lo sono adesso, mentre scrivo queste parole.

Luciana Alpi, biografia di una donna coraggiosa

Luciana Alpi aveva 84 anni. Era nata a Brescia il 3 agosto del 1933 e viveva con la sua famiglia a Roma. Era una signora elegante nell’animo e nell’aspetto. Una persona pura e sensibile. Si preoccupava delle persone, di chiedere «come stai?». Una donna forte e coraggiosa, proprio come lo era sua figlia Ilaria. Una donna che ha continuato la sua battaglia sino alla fine per avere verità e giustizia. Adesso non c’è più. È morta martedì 12 giugno alle 20.30, a distanza di cinque giorni dall’udienza sulla richiesta di archiviazione.

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Fonte immagine: Tg3

https://www.youtube.com/watch?v=DHvetio3Q8Q

Il caso Ilaria Alpi

sul caso Alpi: la procura di Roma ha chiesto di nuovo l’archiviazione del caso perché giudica irrilevanti le intercettazioni trasmesse dalla procura di Firenze a quella di Roma e emerse nel corso dell’udienza preliminare il 17 aprile scorso. Intercettazioni tra cittadini somali che parlano dell’omicidio di Ilaria Alpi. Adesso la decisione spetterà al Gip nei prossimi giorni.

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In libreria

“Ciao, IBTISAM! IL caso Ilaria Alpi” di Serena Marotta, pubblicato da Informazione libera è disponibile:
Libreria del Mediterraneo (via Villabianca 48 A, Palermo)
Libreria Mondadori (via Villareale 25, Palermo)

Libreria Zacco (corso Vittorio Emanuele, Palermo)
Libreria Multiservices (corso Tukory, 282)

Libreria Fahrenheit 451 (via Carlo Cattaneo, 33, Nettuno (RM)