A te

Accarezzarti è il sogno che si avvera. 
Ho guardato per ore il tuo viso senza annoiarmi mai. 
Ho sentito impazzire il battito sino a togliermi il respiro. 
Più desideravo il tuo corpo, più si accendeva il mio. 
Adesso sento crescere il desiderio e afferro il tuo. 
Confortami ancora con la tua voce sublime, fammi scivolare sulle tue parole, poi afferrami nel buio di questa notte e rendi infiniti i nostri giorni.
Serena Marotta

Palermo, 8 maggio 2016 4.00 A.M.


Giuditta I (opera di Gustav Klimt)

Giuditta I“, donna fatale e crudele, è un quadro di Gustav Klimt, realizzato nel 1901. Esso misura cm 84 x 42, è un olio su tela, conservato a Vienna, all’Österreichische Galerie Belvedere, Schloss Belvedere. In questo dipinto è raffigurata l’eroina biblica che sedusse il generale Oloferne e che poi lo uccise. Rappresenta “la femminilità assassina“.

Giuditta I - Judith I - Klimt

Giuditta I (Judith I, 1901, celebre dipinto di Klimt)

Giuditta I: analisi del quadro di Klimt

Giuditta è dipinta seminuda, in modo provocatorio, indossa gioielli art nouveau, con una pettinatura che segue la moda contemporanea. La pennellata è simile a quella utilizzata per la “Fattoria delle betulle” e contrasta in maniera volontaria con lo sfondo, sia per l’uso massiccio dell’oro, sia per la bidimensionalità.
La cornice è disegnata dall’artista e realizzata dal fratello Georg Klimt in rame sbalzato. Il dipinto ha un taglio verticale accentuato con la figura di Giuditta, dalla grande carica erotica, che domina l’immagine.

Giuditta I - Klimt - dettaglio della testa di Oloferne

Il dettaglio della testa di Oloferne
La testa di Oloferne è rappresentata appena di scorcio, la si nota in basso a destra. Gli incarnati della figura danno una resa tridimensionale, mentre il vestito è trattato con un decorativismo bidimensionale, il tutto in una fusione che ha una resa astratta, di grande eleganza formale.


Giuditta, nell’antico Testamento, fu una nobile vedova ebrea che salvò la sua città di Betulla dall’assedio degli Assiri, riuscendo a sedurre per poi decapitarlo il generale Oloferne. Lo stesso tema è presente nella celebre opera “Giuditta e Oloferne” di Caravaggio.

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La mia mamma “Tutto”

Nel tuo abbraccio forte sono cresciuta,
mi hai cullato con la tua voce,
mi hai insegnato l’arte della parola.
Mi hai consumato di baci, carezze, mi hai tenuta stretta al tuo seno.
Sono cresciuta, oggi donna, con la speranza di assomigliarti.
Bella, mamma mia, originale e tenera,
sogno di essere una figlia degna,
per te e con te, sempre.
Ti amo mamma.


Serena Marotta

“Al mio uomo”


Ho attraversato oceani sulle tue spalle,
ho ricevuto le tue mani grandi, i tuoi sorrisi.
Ho imparato ad amare, a rispettare gli altri, le regole.
Ho ereditato la tua passione per il canto,
ho ereditato quel senso di giustizia,
che mi hai trasmesso.
Sono fortunata perché, ho avuto e ho te: grazie papà.


Serena Marotta

"Domenica"

Ho voglia di parole,
le tue.
Sono come carezze raffinate,
accompagnate da un timbro delicato.
Mi perdo nel tuo sguardo di primavera.
Mi perdo tra le tue dita,
che scorrono sicure sul mio corpo.
Sorrido, ed è la prima volta.
Serena Marotta