Off Book, la recensione: “I sensi. Uomini di un certo tipo” di Serena Marotta

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Se dovessero chiedermi un solo aggettivo per descrivere questa lettura, a primo impatto e senza pensarci una volta, risponderei: inaspettata.
Inaspettata è stata la possibilità di leggere questo libro di Serena Marotta.
Inaspettato è stato lo stile poco convenzionale. Diretto, senza giro di parole o fronzoli: come se noi stessimo agendo insieme a Giada, la protagonista.
Inaspettato è stato l’apprezzamento immediato di uno stile mai letto (complice anche la bravura dell’autrice).
Inaspettata è stata la protagonista, con la quale a un certo punto avrei tanto desiderato prendere un caffè, parlarle, consigliarla.

Inaspettata è stata anche la storia bilaterale, una romantica e una più psicologica e introspettiva (mi si passino i termini).
Inaspettato è stato tutto: ho inizio la lettura credendo di aspettarmi una cosa e l’ho conclusa chiudendo l’ultima pagina di un qualcosa che mai mi sarei immaginata.
Non voglio sprecare tutti gli aggettivi del vocabolario per descrivere questo romanzo, risulterebbero troppi e apparirebbe forzato.
Il termine inaspettato rispecchia a pieno questo libro: un romanzo inaspettatamente bello, inaspettatamente travolgente e dall’immedesimazione inaspettata.

Un inaspettato bello, di quelle sorprese che ti fanno sorridere e che non ti aspetti, ma che poi ringrazi perché sono arrivate.
Trovo inutile anche parlare di Giada, Paolo e Luigi… ormai li sento miei, come fossero amici di vecchia data e qualsiasi cosa detta mi darebbe l’impressione di parlare alle loro spalle.
O ancora, spendere parole per Claudia, Simona e tutte le altre persone che Giada ha conosciuto in questo suo “viaggio”. Sarebbe, in questo caso, come violarne un segreto.

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#recensione: I sensi. Uomini di un certo tipo

i sensi recensione

Giada, la protagonista, è una giovane giornalista. Dinamica, passionale, determinata e fragile allo stesso tempo.
Il suo scritto è un connubio apparentemente stravagante fra il diario personale e il reportage divulgativo sui disturbi e i centri di cura psichiatrici. Nello sviluppo del suo progetto di lavoro, Giada conosce un affascinante psichiatra e ci racconta via via sia l’evoluzione del loro rapporto sia il frenetico susseguirsi delle sue giornate e delle sue vicende, con un focus che oscilla anch’esso dalla dimensione professionale a quella relazionale, carica di emotività e della sua sensualità.
Lo stile è piacevolmente sbrigativo, veloce, da diario, appunto; e poco importa se gli “incisi” sul tema scientifico sembrano a volte buttati lì, in disordine, quello che conta è l’umanità. L’umanità di tutti noi, “malati” o meno, che è la stessa, con le sue sofferenze, le sue paure, i suoi desideri… insomma tutto.

a cura di Turi Rubino