La mia mamma “Tutto”

Nel tuo abbraccio forte sono cresciuta,
mi hai cullato con la tua voce,
mi hai insegnato l’arte della parola.
Mi hai consumato di baci, carezze, mi hai tenuta stretta al tuo seno.
Sono cresciuta, oggi donna, con la speranza di assomigliarti.
Bella, mamma mia, originale e tenera,
sogno di essere una figlia degna,
per te e con te, sempre.
Ti amo mamma.


Serena Marotta

“Al mio uomo”


Ho attraversato oceani sulle tue spalle,
ho ricevuto le tue mani grandi, i tuoi sorrisi.
Ho imparato ad amare, a rispettare gli altri, le regole.
Ho ereditato la tua passione per il canto,
ho ereditato quel senso di giustizia,
che mi hai trasmesso.
Sono fortunata perché, ho avuto e ho te: grazie papà.


Serena Marotta

"Domenica"

Ho voglia di parole,
le tue.
Sono come carezze raffinate,
accompagnate da un timbro delicato.
Mi perdo nel tuo sguardo di primavera.
Mi perdo tra le tue dita,
che scorrono sicure sul mio corpo.
Sorrido, ed è la prima volta.
Serena Marotta



Achille Lauro: breve storia del sequestro della nave

Serena Marotta22 gennaio 2016

Sono passati oltre 30 anni dal sequestro della nave Achille Lauro, avvenuto il 7 ottobre 1985. Fu allora che quattro terroristi palestinesi sequestrarono la nave da crociera italiana, per poi liberare gli ostaggi due giorni dopo, il 9 ottobre.

Sequestro Achille Lauro - giornale - 7 ottobre 1985

Il sequestro dell’Achille Lauro: la prima pagina del Corriere della Sera del 9 ottobre 1985

Il sequestro dell’Achille Lauro

Il sequestro avvenne al largo delle coste egiziane. A bordo della nave c’erano 400 persone, gli altri passeggeri si trovavano a terra per un’escursione. Intorno alle 13 del 7 ottobre, i terroristi armati prendono il controllo dell’Achille Lauro: durante il processo dichiararono che in realtà volevano compiere un attentato nel porto israeliano di Ashdod, una delle tappe della nave, ma essendo stati scoperti, decisero di eseguire il sequestro. In cambio, i quattro terroristi, dichiaratisi appartenenti all’Olp, chiesero subito la liberazione di 52 palestinesi detenuti in Israele. In verità, i terroristi appartenevano al Fronte per la liberazione della Palestina, gruppo radicale all’interno dell’Olp, che si opponeva alla linea di Yasser Arafat, che negò ogni responsabilità.

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Achille Lauro - Nave

Una foto della nave Achille Lauro. Il suo nome viene dall’armatore napoletano (1887 – 1982).

La liberazione degli ostaggi

È così che il governo italiano (Bettino Craxi) con il ministro degli Esteri (Giulio Andreotti) decise di chiedere la collaborazione del presidente palestinese. Una mossa che permise, grazie all’invio di due mediatori da parte di Arafat, di liberare gli ostaggi: i dirottatori, infatti, si consegnarono alle autorità egiziane. Da quel momento, l’Achille Lauro si diresse a Port Said, attraccando il 10 ottobre 1985.

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Filosofia, opera (pannello decorativo) di Gustav Klimt

Filosofia, opera (pannello decorativo) di Gustav Klimt

Serena Marotta14 dicembre 2015

Nel 1894 a Gustav Klimt venne dato l’incarico di realizzare dei pannelli decorativi per l’Aula Magna dell’Università di Vienna. L’incarico venne affidato anche a Franz Matsch; gli artisti realizzarono le opere indipendentemente l’uno dall’altro, dividendosi i pannelli da dipingere. Klimt realizzò quelli di tre facoltà: filosofiamedicina e giurisprudenza. L’artista si dedica al progetto a partire dal 1899 e il primo pannello è la “Filosofia”, che terminerà nel 1900.

Philosophy - Klimt - Filosofia - Philosophie - 1898-1907

Filosofia, opera di Gustav Klimt (1899-1907). Il pannello decorava il soffitto della Great Hall dell’Università di Vienna. Fu distrutto da un incendio nel 1945.
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L’opera venne presentata alla VII mostra della Secessione del 1900 e suscitò molte polemiche: Klimt venne infatti molto criticato, mentre all’esposizione universale di Parigi, sempre nel 1900, ricevette la medaglia d’oro.
Filosofia di Klimt è un olio su tela, di centimetri 430 x 300. L’opera è andata distrutta nel 1945 nell’incendio del castello di Immendorf.

La Filosofia: l’opera

Il pannello raffigurava dei corpi femminili avviluppati tra loro, in trance, e dovevano rappresentare la nascita, la feconditàe la morte.

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LibroClick, NASCONO ‘LE TORRI DEL VENTO’ E DEBUTTANO CON UN PLAYBOY

NASCONO ‘LE TORRI DEL VENTO’ E DEBUTTANO CON UN PLAYBOYhttp://libroclick.blogspot.it/


NASCONO ‘LE TORRI DEL VENTO’ E DEBUTTANO CON UN PLAYBOY

In una Palermo che arranca, sotto tutti i profili, apprendere che un gruppo di giovani ha trovato il coraggio di dare vita ad una piccola casa editrice, è motivo di conforto e allo stesso tempo di speranza per quanti non si rassegnano a considerare possibile la irredimibilità di sciasciana memoria. Investire nella cultura e nella editoria, con l’ aria che tira, può sembrare antieconomico come ci segnalano non pochi indicatori. Ma se al pessimismo della ragione, si contrappone l’ ottimismo della volontà, tutte le resistenze e paure passano in secondo piano per lasciare spazio ad una scommessa. I fondatori della casa editoriale Torri del Vento (gli uffici sono proprio in una di due torri che sovrastano un antico palazzo sull’ asse di via Roma), coordinati dal giovane avvocato Daniele Anselmo (direttore della collana “i capperi”), intendono realizzare un progetto ambizioso: diffondere la cultura e l’ amore per i libri. Privilegeranno gli scritti di nuovi talenti ma anche la ristampa di testi dimenticati o poco conosciuti di autori siciliani che spaziano dalla storia alla memorialistica, dai gialli alle biografie, dai racconti ai romanzi. Insomma un modo per scovare e valorizzare autori. La prima uscita delle palermitane edizioni “Torri del Vento” è la singolare biografia di un playboy della Belle Epoque come Ignazio Florio, scritta da un amico di famiglia, l’ avvocato Giovanni Marasà, scomparso nel 1975. Il libretto, con una veste tipografica elegante, è già nelle librerie (costo 10 euro). Il libro di Marasà è un viaggio nelle abitudini e nei vizi del più famoso esponente della famiglia Florio, la dinastia palermitana che, nei primi del Novecento, dominava in tutti i settori dell’ economia siciliana. Le avventure galanti di Ignazio Florio offrono il ritratto di un simpatico guascone dedito ai piaceri e alla mondanità, assolutamente estraneo agli affari di famiglia che cominciano proprio allora a vacillare, preludio di un tracollo inarrestabile. Caustico il giudizio di Gaetano Savatteri che ha curato la prefazione: «La lettura del libro di Marasà ci regala brani di conversazione, aneddoti arricchiti di particolari, squarci di conversazioni perdute di quando il pettegolezzo era arte sopraffina, che costruiva o demoliva le reputazioni pubbliche. Il piacere sottile di parlare e sparlare. Piacere molto palermitano».

LINO BUSCEMI